Dopo la riunione di Eumans di martedì, condivido qui con voi una bozza della lettera destinata al Comitato Promotore dei Referendum Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale, con un invito a dare un supporto alla battaglia per la firma digitale sui referendum e la restituzione del dirtitto alla democrazia diretta dei cittadini italiani.
Si tratta di una versione scritta inizialmente da Marco Perduca, che insieme a Marco Gentili, Mario Staderini e il sottoscritto è più direttamente coinvolto nel dialogo con il Ministro Colao sulla firma digitale, e rivista da Marco Cappato.
Apriamo le danze per il confronto, le revisioni e i commenti per arrivare a una versione concepita insieme!
A voi la palla

Lorenzo
“Cari Maurizio Turco e Matteo Salvini”,
“Una bella giornata per la democrazia”, così è stata salutata la presentazione in Corte di Cassazione dei sei quesiti referendari preparati dal Partito Radicale e sostenuti dalla Lega. Un’affermazione impegnativacondivisibile in un Paese dove il diritto al referendum è stato di fatto conculcato, e che però necessita dunque interventi urgentioccupazioni costanti affinché la festa non si esaurisca presto.
Come movimento di cittadini e cittadine che hanno scelto di perseguire obiettivi politici per la democrazia e la sostenibilita’ attraverso l’attivazione e il rafforzamento degli strumenti della democrazia partecipativa ci rivolgiamo a voi per solecitarvi ad ragionare insieme su quanto la sincronicita’ delle due campagne referendarie su temi che riguardano la vita delle persone come la Giustizia e l’Eutanasia legale imponga azioni non piu’ rimandabili per dare a tutti i cittadini e le cittadine uguali possibilita’ di accesso, attivazione e possibile successo di iniziative referendarie, a prescindere dall’esistenza di reti partitiche e istituzionaliistuzionali di parte, cioè dal privilegio di essere parte del sistema di potere di Stato e di parastato. in carne e ossa
La democrazia italiana da anni non gode di buona salute, anzi! Se le analisi politiche e critiche strutturali degli ultimi decenni sono state spesso ritenute i soliti “eccessi di Marco Pannella”, in più occasioni la Corte europea dei diritti umani sull’amministrazione della giustizia e altri organismi del Consiglio d’Europa relativamente alle leggi elettorali, hanno messo in mora la mancanza di rispetto dello Stato di Diritto internazionale da parte della Repubblica italiana.
Come sappiamo a queste denunce non è mai stato dato seguito legislativo. A dicembre del 2019 si sono resi noti ulteriori rilievi da parte delle Nazioni unite che hanno evidenziato il mancato rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia in relazione alle effettive possibilità di attivazione democratica per la cittadinanza.
Si tratta di osservazione adottate dal Comitato sui diritti civili e politici a seguito di un ricorso presentato presentato da Mario Staderini e Michele De Lucia, assistiti dal professor Cesare P. Romano, a seguito di una campagna referendaria. Le Nazioni unite hanno convenuto che in Italia troppi sono gli ostacoli frapposti al pieno godimento dei diritti civili e politici in occasione della democrazia partecipativa diretta.
Eccesso di burocrazia, leggi non aggiornate al progresso tecno-scientifico e informazione pubblica non sufficiente sono state al centro delle osservazioni del Comitato.
Grazie a quanto adottato dalle Nazioni Uunite l’Italia ha finalmente iniziato a rivedere alcune delle norme che danno attuazione all’articolo 75 della Costituzione, tra queste l’ampliamento della platea degli autenticatori che dal 2021 include parlamentari, consiglieri regionali e avvocati.
Ci paiono sviluppi significativie, che non ci fanno gridare al “troppo poco, troppo tardi” ma che devono essere intesi come un inizio di ravvedimento operoso di fronte alla mancanza di rispetto della legalità costituzionale.
Questa lunga , e immaginiamo scontata, premessa per chiedere anche al Partito Radicale e alla Lega -proprio in quanto attivatori di referendum- di di condividere quanto e in corso per conquistare, a stretto giro, almeno intervenire urgentemente per quanto nelle rispettive possibilità su due questioni che abbiamo già sottoposto al Governo:
la possibilità concreta dell’esercizio di una cittadinanza digitale;
il rispetto del diritto a essere informati.
Una delle misure previste dal governo Conte 2 di riparazione al mancato rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia e’ stata il concedere ai portatori di disabilità la possibilità di sottoscrivere online referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare. La norma, che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2022 è stata estesa a tutti.
Grazie alla mobilitazione avviata da Marco GentiliGentilei, affetto da SLA, è in corso un'interlocuzione con il Ministro Colao che, colta la rilevanza costituzionale della norma in causa, sta accelerando l’implementazione tecnica di un sistema che consentirebbe alle firme di essere autenticate e certificate contestualmente alla manifestazione di volontà della sottoscrizione, un po’ come avviene per le Iniziative dei Ccittadini Eeuropei. Il sistema potrebbe essere disponibile a novembre. Troppo tardi.
Occorre quindi sollevare in tutte le sedi competenti e più in generale politicamente in modo pubblico, la necessità di prevedere sistemi capaci di garantire la certificazione governativa dell'autenticità delle sottoscrizioni ampliando tale possibilità a meccanismi già esistenti, come la SPID, in modo da consentire una mobilitazione online già dalle prossime settimane - dopotutto l’emergenza sanitaria resta in vigore fino al 31 di luglio!
Allo stesso tempo occorre pretendere il pieno rispetto del contratto di servizio della RAI e far si’ che si prevedano spot di informazione circa le raccolte firme, le modalità di sottoscrizione, l’ampliamento della platea degli autenticatorii certificatori (ancora oggi spesso ignari del loro ruolo), e dibattiti di approfondimento dialettico sulle varie tematiche referendarie e di proposta di legge d’iniziativa popolare per cui sono in corso raccolte firme.
Tanto siamo convinti dell’importanza di coinvolgere i cittadini italiani sulle decisioni relative all'ordinamento giudiziario contenute nei vostri referendum (che avremmo apprezzato ancor più se avessro affrontato anche la condizione dei detenuti)Siamo d’accordo con lo spirito e la lettera di sei referendum della giustizia, quanto dobbiamo prendere atto del rifiuto finora da voi (così come dagli altri grandi partiti) opposto alll’invito di adoperarvi per consentire ai cittadini di decidere direttamente in materia di legalizzazione dell’eutanasia. allo stesso tempo conosciamo le differenti posizioni relative a quello che prevede la sostanziale depenalizzazione dell’articolo 579 del codice penale. Riteniamo però che un pezzo di strada insieme possa esser percorso per la “festa della democrazia”.
Non riteniamo però che la differenza nelle nostre scelte debba impedirci di unire le pur impari forze per affermare e ripristinare in Italia il diritto al referendum, se tale obiettivo fosse di vostro interesse.
In attesa di una vostra cortese risposta e, soprattutto, di azioni conseguenti, Vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.