Pubblichiamo sotto l’intervento della Prof.ssa Caterina Garone (UNIBO), iscritta al movimento Eumans, in occasione della manifestazione “Memorial Holodomor” organizzato dall’associazione Liberi Oltre le Illusioni Sabato 26 Novembre 2022 a Bologna
Ringrazio l’associazione Liberi oltre le illusioni per avermi dato la possibilità di contribuire anche con la mia voce a questa che è per me non la causa dell’Ucraina sola ma la causa dell’Europa e di ogni paese che vuol essere libero.
Da questa guerra nel cuore dell’Europa e di cui è vittima un popolo che con grande forza si sta difendendo dipende in realtà il nostro futuro. Questa terribile guerra e le nostre azioni e reazioni stabiliranno l’esito della pace. Sta a noi decidere se vogliamo una pace transitoria, con momenti di tregua, accordi instabili, erosioni territoriali e con un depauperamento dell’identità culturale che oggi minano l’Ucraina ma domani potranno minare un qualsiasi altro territorio. Oppure possiamo decidere oggi ed ogni giorno dopo oggi se vogliamo una PACE SOSTENIBILE dove nessuno possa un giorno svegliarsi e trasformarsi in aggressore approfittandosene delle debolezze territoriali o economiche e sociali di un altro paese.
Il primo messaggio che vorrei darvi è da scienziato ed è per voi ma anche per tutta la comunità di scienziati che nei passati grandi conflitti hanno avuto un ruolo determinante e che vorrei ora si risvegliasse dal sopore in cui molti sono caduti… Dalla lettera inviata dagli scienziati russi stessi contro la guerra di Marzo 2022, abbiamo assistito sicuramente ad una task force di aiuti nei confronti dei ricercatori ucraini per garantire loro il diritto alla scienza…ma poi nessuna voce nessun manifesto sulle conseguenze che direttamente o indirettamente subiremo tutti da questa guerra…sulla nostra economia, sulla nostra salute, sul welfare… Non è sufficiente che la scienza si metta a disposizione nella fase di ricostruzione ma deve essere sin da ora mediatrice della pace. Uno spazio neutro dove si possano analizzare a livello europeo e mondiale le conseguenze di questa guerra ed intervenire perché si prevengano gli ulteriori danni che ne conseguirebbero per arrivare ad una soluzione di pace sostenibile.
Era l’anno 1955 quando Russell and Einstein's Manifesto per mettere al corrente tutti dei pericoli del nucleare. Oggi a distanza di 70 anni ci svegliamo anche qui in Italia, apparentemente lontana dai confini della guerra, sotto la stessa minaccia. E non è solo il gioco sporco di Putin con le sue minacce delle armi nucleari. Ma sono quei bombardamenti intorno alla centrale di Zaporizhzhia, i bombardamenti alle infrastrutture energetiche che l’alimentano che mettono a rischio tutti noi. Il 2 settembre, circa 3 mesi fa, l’Agenzia Internazionale per l’Energia atomica, ha avuto la possibilità di entrare nelle centrali e verificare che sebbene non c’era un aumento delle radiazioni intorno al territorio, erano stati provocati ingenti danni. Il report fu un monito franco dell’alto rischio che corriamo perché non c’è sicurezza né precisione in quei missili, in quei bombardamenti cosi vicini. Ci fu una richiesta di cessate il fuoco e di istituzione di una zona di sicurezza dal Presidente Grossi. I bombardamenti sono già stati in grado e potrebbero continuare a colpire strutture, sistemi e attrezzature legate alla sicurezza della centrale. Dopo tre mesi, questa zona di sicurezza non è stata costituita. In questi mesi, le dichiarazioni e le interlocuzioni sono proseguite ma l’escalation in quella zona è stata tale da portare i bombardamenti a POCHI METRI dalla centrale…vicino ai reattori!!
In ogni momento potrebbero verificarsi incidenti con significativi rilasci di radioattività, e possibili effetti anche al di fuori dei confini dell’Ucraina.
Nelle scorse 24h, per la prima volta gli attacchi militari hanno determinato la perdita dell’alimentazione elettrica esterna di tutte e quattro le centrali Ucraine, Rivne, South Ukraine, Zaporizhzhia e Khmelnitskyy, le quali sono ora obbligate ad affidarsi alla sola alimentazione elettrica di emergenza fornita dai generatori diesel per assicurare lo svolgimento delle necessarie funzioni di sicurezza.
E allora mi domando come facciamo a non indignarci cosa dobbiamo ancora aspettarci prima di alzare la nostra voce e fermare questo orrore…
Quando questa guerra è iniziata mi sono domandata dov’ero io, in quale posizione, io che canto “Bella ciao” come fosse il mio inno nazionale…
E allora mi sono venute in mente Ines Bedeschi, Gina Borellin, Livia Bianchi, Carla Capponi
E Irma Bandiera, assassinata proprio ai piedi al colle alle vostre spalle…
Chi erano queste donne, medaglia al valore, per il ruolo nella resistenza italiana…vorrei rinfrescare la memoria dei nostri politici che sfilano con le bandiere della pace e non mancano alla manifestazione del 25 Aprile in Italia…
Queste donne erano combattenti, erano donne che non si inginocchiavano al nemico in resa ma erano donne che oltre al lavoro spesso di infermiere, erano quelle che portavano messaggi strategici, armi, munizioni…Esattamente! Armi e munizioni…perché se è vero che la guerra non la vuole nessuno e anche vero che la libertà è stata conquistata attraverso questo tipo di resistenza…
Ci si può sedere al tavolo col proprio assassino se mentre si discute lui distrugge quel poco che rimane della tua terra? No, non si può…ad un tavolo di discussione ci si può sedere solo quando gli assassini, i criminali, gli invasori avranno lasciato la terra che hanno invaso…allora e solo allora si può iniziare la discussione. E se l’assassino non va via…bè allora la resistenza armata è l’unica forma di dignità e sopravvivenza che possiamo fornire all’Ucraina…onorando la nostra resistenza che ci ha garantito il diritto alla libertà dobbiamo onorare e sostenere la resistenza ucraina…
A chi oggi non è volutamente presente in questa piazza o in altre piazze d Italia a condannare i crimini di Putin…vorrei dire che è tempo di far cadere il velo di ipocrisia sotto cui ci nascondiamo…i crimini che voi non vedete stanno costando agli ucraini la morte per fame, sete e freddo, per mancanze di cure per ospedali costretti a lavorare al buio per ospedali bombardati…l’ipocrisia è non ammettere che se domani un invasore entrasse in casa nostra, noi vorremmo poterci difendere ma soprattutto difendere i nostri figli, i nostri amici e i nostri cari… a voi che non condannate i crimini di Putin sappiate che oggi siete complici di un genocidio che si ripete oggi come nella showa come nell’holodomor…
Ai nostri fratelli che stanno combattendo e resistendo vorrei fare la promessa che queste piazze si moltiplicheranno e che tutti noi ci prenderemo l’impegno di moltiplicare le nostre voci perché diventino un grido assordante di libertà!